VISITATIO APOSTOLICA IN BULGARIA
Sofia - Rue Mussalà, 2
9 febbraio 1927
M. R. sac. don CARLO RAEFF // ENDJE.
Mons. Kirill Kurtev |
Mio caro don Carlo,
Sono tornato appena ora al
mio posto di lavoro. Il viaggio dall’Italia è stato lungo avendo approfittato
della occasione di conoscere – accompagnando il nuovo Vescovo Bulgaro[1] – un po’ meglio l’Oriente e le questioni che lo riguardano. Mi trattenni
perciò ad Atene, a Salonicco, e, con maggior agio, a Costantinopoli.
A dire vero mi premeva di
presentare il Vescovo Bulgaro a cattolici di varie nazionalità divise fra loro
da ragioni politiche, appunto per dimostrare con ciò la bellezza di quel
vincolo di carità in Gesù Signore che affratella gente di ogni razza al di
sopra di ogni risentimento nazionale. Ho pensato con ciò di servire anche al
buon nome della Bulgaria. E, a vero dire, mons. Cirillo Kurteff pur nella
modestia e nella semplicità del suo tratto, ha saputo far veramente onore al
suo paese, anche per quella cultura ecclesiastica che traluce poco a poco dalla
sua parola in chi gli si avvicina.
Tornato dunque a Sofia ho
trovata la sua ultima in data 31 gennaio u. s. in cui ella mi ripete le belle
espressioni del suo spirito già scrittemi con l’altra del 24 settembre a[nno]
p[assato].
Quanto le sono grato dell’uno
e dell’altro documento! Non occorre che le ripeta come <io> la porti
sempre nel cuore, e come sempre mi segua la preoccupazione del successo
definitivo di questa pratica della sua completa riabilitazione. Sarò ben
contento il giorno in cui potrò dire che “jam hiems
transit, imber abiit et recessit ”!
A Roma mi sono non poco
occupato di lei. Ella mi faccia il gran favore di non perdere il coraggio
perché i giorni passano, e non vede ancora giorno completo. Il sole verrà; e
lei comprenderà anche meglio come l’attendere sia stato meritorio e
provvidenziale.
Ricordando il freddo che
ella ha patito lo scorso anno qui a Sofia, quando mi fu ospite per qualche
giorno, mi immagino che cosa soffrirà ora. In certe costituzioni come la sua la
sensibilità al freddo è tale che sconvolge tutto ed è una tentazione di
lamentarsi persino del Signore. Ciò dico per l’esperienza che ho fatta
recentemente in Roma con un mio antico amico sacerdote a cui la sensazione del
freddo dava le vertigini e che mi sono adoperato a tutt’uomo per far spedire in
America in un clima permanentemente torrido.
Però lo spirito di
sopportazione aiutato dalla grazia del Signore che tutto da a chi l’invoca con
fervore sono sicuro che l’assisterà sino alla fine. Ed è in questa sicurezza
che le ricambio gli auguri così cari che ella si è compiaciuto inviarmi.
Quando ai ricordi delle
passate vicende continui ad affidarsi alla provvidenza materna della Chiesa
santa che a tutto arriva ed arriva saggiamente. Ella per conto suo si mantenga
sempre tranquillo, sempre calmo, sempre buono. Si possa dire di lei ciò che è
scritto di un grande personaggio biblico: “In
laenitate animae suae placuit ”.
Nelle sue preghiere si
ricordi anche di me a cui questo ministero della Visita in Bulgaria produce
certo qualche gioia, trovandomi fra un popolo che apprezzo ed amo ed è degno
dei migliori destini, ma non senza qualche fastidio.
La benedico di gran cuore.
Le accludo anche due immaginette che mi vennero donate dal Santo Padre in
persona in occasione dell’ultima visita che gli feci il 2 gennaio
affezzionatissimo in G. C.
+ Angelo Giuseppe Roncalli
arcivescovo d’Areopoli
V. A.
[1] Si tratta di mons. Kiril Kurtev.