10 marzo 2012

La bellezza del vincolo di carità

09/02/1927 - Lettera di mons. A. G. Roncalli a don K. Raev (ASEB)


VISITATIO APOSTOLICA IN BULGARIA
Sofia - Rue Mussalà, 2
9 febbraio 1927

M. R. sac. don CARLO RAEFF // ENDJE.

Mons. Kirill Kurtev
Mio caro don Carlo,
            Sono tornato appena ora al mio posto di lavoro. Il viaggio dall’Italia è stato lungo avendo approfittato della occasione di conoscere – accompagnando il nuovo Vescovo Bulgaro[1] – un po’ meglio l’Oriente e le questioni che lo riguardano. Mi trattenni perciò ad Atene, a Salonicco, e, con maggior agio, a Costantinopoli.
            A dire vero mi premeva di presentare il Vescovo Bulgaro a cattolici di varie nazionalità divise fra loro da ragioni politiche, appunto per dimostrare con ciò la bellezza di quel vincolo di carità in Gesù Signore che affratella gente di ogni razza al di sopra di ogni risentimento nazionale. Ho pensato con ciò di servire anche al buon nome della Bulgaria. E, a vero dire, mons. Cirillo Kurteff pur nella modestia e nella semplicità del suo tratto, ha saputo far veramente onore al suo paese, anche per quella cultura ecclesiastica che traluce poco a poco dalla sua parola in chi gli si avvicina.
            Tornato dunque a Sofia ho trovata la sua ultima in data 31 gennaio u. s. in cui ella mi ripete le belle espressioni del suo spirito già scrittemi con l’altra del 24 settembre a[nno] p[assato].
            Quanto le sono grato dell’uno e dell’altro documento! Non occorre che le ripeta come <io> la porti sempre nel cuore, e come sempre mi segua la preoccupazione del successo definitivo di questa pratica della sua completa riabilitazione. Sarò ben contento il giorno in cui potrò dire che “jam hiems transit, imber abiit et recessit ”!
            A Roma mi sono non poco occupato di lei. Ella mi faccia il gran favore di non perdere il coraggio perché i giorni passano, e non vede ancora giorno completo. Il sole verrà; e lei comprenderà anche meglio come l’attendere sia stato meritorio e provvidenziale.
            Ricordando il freddo che ella ha patito lo scorso anno qui a Sofia, quando mi fu ospite per qualche giorno, mi immagino che cosa soffrirà ora. In certe costituzioni come la sua la sensibilità al freddo è tale che sconvolge tutto ed è una tentazione di lamentarsi persino del Signore. Ciò dico per l’esperienza che ho fatta recentemente in Roma con un mio antico amico sacerdote a cui la sensazione del freddo dava le vertigini e che mi sono adoperato a tutt’uomo per far spedire in America in un clima permanentemente torrido.
            Però lo spirito di sopportazione aiutato dalla grazia del Signore che tutto da a chi l’invoca con fervore sono sicuro che l’assisterà sino alla fine. Ed è in questa sicurezza che le ricambio gli auguri così cari che ella si è compiaciuto inviarmi.
            Quando ai ricordi delle passate vicende continui ad affidarsi alla provvidenza materna della Chiesa santa che a tutto arriva ed arriva saggiamente. Ella per conto suo si mantenga sempre tranquillo, sempre calmo, sempre buono. Si possa dire di lei ciò che è scritto di un grande personaggio biblico: “In laenitate animae suae placuit ”.
            Nelle sue preghiere si ricordi anche di me a cui questo ministero della Visita in Bulgaria produce certo qualche gioia, trovandomi fra un popolo che apprezzo ed amo ed è degno dei migliori destini, ma non senza qualche fastidio.
            La benedico di gran cuore. Le accludo anche due immaginette che mi vennero donate dal Santo Padre in persona in occasione dell’ultima visita che gli feci il 2 gennaio
affezzionatissimo in G. C.
+ Angelo Giuseppe Roncalli
arcivescovo d’Areopoli
V. A.

[1] Si tratta di mons. Kiril Kurtev.