10 gennaio 2012

Dalla padella bulgara... alla brace turca.


Icona del beato Roncalli
(Sofia, Chiesa delle Suore Eucaristine)
Pubblico qui una delle ultime lettere bulgare di Mons. Roncalli, molto bella e confidenziale, diretta al vescovo passionista di Nicopoli mons. Damiano Theelen.
Contiene i saluti, i ringraziamenti e le aspettative del beato bergamasco con le valige in mano per la nuova missione ad Istanbul ed Atene. Buona lettura.

Sofia, 18 dicembre 1934

Eccellenza carissima,
Sono tornato l’altro ieri dall’Italia dove il mio soggiorno fu più lungo che non pensassi, e sono tornato, come ella omai sa perché tutti i giornali ne hanno parlato, per salutare la Bulgaria e portare le mie tende a Istanbul, il che significa, come dice un proverbio italiano, saltare dalla padella nella brage.
Anche in questa disposizione della Provvidenza circa la mia povera persona, sono contento di aver posto in salvo il mio principio, di non cercare mai la volontà mia. Il Santo Padre nell’atto di nominarmi alla duplice Delegazione di Turchia e di Grecia disse al Card. Sincero di voler dare con ciò una prova di stima e di benevolenza a mons. Roncalli “per la buona impressione che ci ha lasciato anche nell’ultima udienza. Dopo tanti anni che si trova in Bulgaria non siamo mai riusciti a cogliere sulle sue labbra o dalla sua penna una sola parola che fosse preoccupazione personale fra tanti imbarazzi, sentimento di disagio, desiderio di cambiare o altro”. Ed a me, tornando su quella impressione, aggiunse: “Sì, Monsignore, impressione tanto più cara, quanto più rara”.
Dico questo a Vostra Eccellenza confidenzialmente. In realtà fu il Signore che mi sostenne a non cedere ad alcuna tentazione di lamento, ed a consumare i miei piccoli sacrifici in silenzio. Il Signore sia benedetto.
Il nuovo campo mi darà occasioni più frequenti di esercitare un po’ il ministero. E ciò mi sarà di sollievo, perché in fondo si è sacerdoti per questo. Ma quante difficoltà per altra via in queste due nazioni dove per ragioni diverse non si vuol sapere di Papa e di Chiesa Cattolica!
Però mi sento calmo, e solo vorrei che questa calma non fosse presunzione. Non conto per nulla il mio successo personale: sono disposto anche a morire per compiere il mio servizio. E parmi che con queste disposizioni da mia parte, il Signore non debba rifiutarmi il suo aiuto che è più forte di tutti gli sforzi degli uomini.
Qualcuno mi dice che avrò assai brighe da parte dei religiosi i quali si schierarono unanimi – salvo piccole eccezioni – contro il mio predecessore mons. Margotti. Ma non temo di questo. Ho anzi grande fiducia che ci intenderemo bene. conosco tutta quella situazione e conosco le persone. Queste sono serie e degne, e sanno che la sostanza dei provvedimenti di Mons. Margotti è inspirata ad un alto senso di apostolato quale è richiesto nelle circostanze presenti. Il nome di Mons. Margotti resterà fra i più benmeriti degli interessi della Chiesa Cattolica a Costantinopoli.
Il Santo Padre mi diceva che è una provvidenza che di tratto in tratto appariscono di questi uomini coraggiosi che sanno dare delle scosse un po’ forti: diversamente tutti si precipita nella morta gora. Poi occorerà Raddolcire, temperare, applicare con discrezione e con garbo. Ma le disposizioni, decise in un primo tempo, sono necessarie.

Busto del beato Roncalli
(Sofia, Chiesa delle Suore Eucaristine)
Ci sono poi delle minutaglie su cui si può anche passare. Ma lo spirito della Chiesa e le sue leggi vanno rispettate in ogni luogo e tempo. Come le dissi, io ho molta fiducia nel clero regolare di Istanbul: e spero che le più pesanti croci non mi verranno di là.
Ella, carissima Eccellenza, preghi e faccia pregare per me. So che ella crede alla stima grande ed alla affezione fraterna che ho sempre sentito e procurato di dimostrare in pubblico ed in privato per la persona sua, in Bulgaria, a Roma, dappertutto: mentre il ricordo delle frequenti effusioni dell’anima sua, nobile e fervorosa, nella povera anima mia mi sarà perenne motivo di compiacenza e di continuata affezione nel Signore.
Io conto di passare le feste di Natale a Sofia, e di trovarmi a Istanbul per la Epifania. Se potessi volerei a Roustchouk per salutarla: ma ella immagina bene quale cumulo di piccole e grandi cure in questa liquidazione del mio ministero qui a Sofia, dove vorrei congedarmi politamente da tutti.
In realtà non fui mai trattato male da veruno, e nel confronto con quanto avviene ad altri rappresentanti pontifici in altre nazioni debbo benedire il Signore. Esaminando me stesso dopo 10 anni trovo innumerevoli deficienze nei miei rapporti col Signore: ma non sento di dovermi rimproverare per avere taciuta la verità con chicchesia. Ciononostante nessuno me ne volle male. E questo è già qualche cosa.
Purtroppo guardando innanzi a me vedo oscuro assai. Ma “Dominus illuminatio mea et salus mea: quem timebo?”.

Eccellenza, mi conservi ora particolarmente la carità delle sue preghiere.
Pare che il mio successore sia già nominato, quantunque il suo nome lo si tenga ancora in pectore. Sarà persona non vescovo ancora, ma che da molti anni fu a servizio di una Delegazione Apostolica importante.
Io non lo conosco personalmente: ma sentii dire un gran bene della sua persona. Non mancherò di metterlo bene al corrente della situazione di qui, cosichè i Vescovi Ecc.mi di Bulgaria non abbiano motivo che di confortarsi con lui.
Non creda, Eccellenza, che io sia stato inattivo quanto alla ricerca di nuovi operai per la sua vigna per rimpiazzare il posto lasciato libero dai PP. Assunzionisti e dai Fratelli delle Scuole Cristiane. Purtroppo le difficoltà economiche tarpano le ali a tutti. Ho tenuto conto anche di quanto mi espresse la tanta brava e fervorosa Suor Maria Lutgarde. Si vedrà, si studierà, ma nessuno si decide a dare un risposta definitiva.
I Salesiani sono anch’essi impressionati dal motivo economico: e poi e poi, c’è anche lo spettro della guerra che minaccia l’Europa. Poveri noi. Che Iddio ci salvi!

La Chiesa delle Suore Eucaristine a Sofia,
dedicata al beato Angelo Roncalli
Io spero, Monsignore, che avrò ancora occasione di incontrarla. Dio lo voglia a Istanbul dove cercherò di farla invitare da quelle brave Suore di Sion che tanto la stimano ed apprezzano la sua parola. Ma poi chi sa? Il diavolo fa le marmitte: ma non i coperchi.
Eccellenza, gradisca il mio ringraziamento per le tante prove di bontà datemi in questi 10 anni. Ne serberò perenne memoria. E insieme le tornino cari i miei auguri di Buon Natale e di buon Capodanno, che la prego di estendere ai suoi, e particolarmente alle care Suore di Sion. Probabilmente non potrò scriver loro, come vorrei. Ma le terrò ben presenti nel pensiero e nel cuore. Le benedico unendo la mia benedizione a quella di Vostra Eccellenza carissima e veneratissima.

Tutto suo in osculo sancto
+ Angelo Gius. Roncalli
arciv. d. Areopoli
Deleg. Apost.

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