La macchina da scrivere del Visitatore Roncalli, conservata presso la Nunziatura di Sofia |
VISITATIO APOSTOLICA IN BULGARIA N° 456
Sofia – Rue Liouline, 3
7 febbraio 1926
Mio caro don Carlo,
la
ringrazio dei suoi saluti e delle buone notizie che senza molte parole mi da.
Una lettera di S. E. il venerato Vescovo suo e l’atto di fiducia che ora ha
usato con lei di farle tradurre la lettera pastorale della Quaresima, mi dicono
più di qualunque altra testimonianza che le cose vanno molto bene, e che si
avvicina il tempo della gioia perfetta.
Bravo
don Carlo! Continui così, nell’esercizio di quelle virtù che sono la vera
gloria del sacerdote cattolico e lo pongono in condizione di essere strumento
preziosissimo di bene nella Chiesa del Signore. Non creda che io la possa
abbandonare. Tutti i giorni ella ha un bel posto nelle mie povere preghiere.
Fra qualche piccola pena di cui è cosparso anche questo mio modesto ministero
della Visita Apostolica, mi è già un conforto l’avvicinarsi sempre più il
giorno in cui la gioia di lei sarà gaudio altresì di tutta la diocesi di
Nicopoli.
Abbiamo
tutti, ed in ogni ordine di cose, bisogno di pace. Ciascuno deve fare del suo
meglio per portarla questa pace e per produrla. Coraggio: coraggio. Quanto al
suo Vescovo ella continui ad abbandonarglisi come buon figliuolo. Si avvera ciò
che molte volte ho pensato, cioè, che un contatto più intimo delle vostre due
anime rivela meglio l’uno all’altro, ed accresce ed abbellisce la cordialità
dei rapporti.
Nella
letteratura cristiana antica [[si]] sono dette cose così magnifiche delle
relazioni far i preti e il Vescovo, chiunque sia e qualunque siano le
circostanze della vita, che si comprende come il Signore debba particolarmente
benedire questo sentimento, da una parte di paternità, e dall’altra di pietà
filiale. Se ella ha un po’ di tempo trovi le lettere di S. Ignazio d’Antiochia,
e le legga bene. Che pensieri, che insegnamenti deliziosi! Ella che è padrone
della sua lingua patria, dovrebbe tradurle in Bulgaro e pubblicarle. Farebbero
un gran bene fra i cattolici ed anche fra gli Ortodossi.
Di nuovo,
coraggio e letizia, mio caro don Carlo. La benedico di gran cuore
aff.mo nel
Signore
+ Angelo G.
Roncalli // arciv. d’Areopoli // V. A.
L'originale è conservato in ASEB, F.
Raev, op. 1, а. е. 1, l. 7.
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